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Ginnastica nell'acqua
03:52
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GINNASTICA NELL'ACQUA. Fiumi, terre emerse, oceani che ci toccano appena i piedi. Diventeremo vecchi, bagnati come stracci su questi pavimenti sporchi, malati degli inverni. Per quel che conta. Vedi, non è il mio mestiere restaurare cause perse. Io sono bravo solo a ridere di niente, a stare fermo a galleggiare col cloro nella bocca, a guardare gli altri fare ginnastica nell'acqua. E in tre mesi, nessuno mi ha mai rivolto una parola.
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2. |
Unghie
04:30
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UNGHIE. Passano più mesi tra noi che tra un anno e quello dopo. Forse dovremmo toglierci il saluto, non respirare nemmeno, stare in silenzio. Tagliarci mani e piedi, oltre alle unghie, già che ci siamo, per non toccarci più, neanche per sbaglio, prima che cadano da soli. Ma le nostre impronte sono dovunque. Da qualche parte ho letto che, a forza di colpire bene, si impara a non lasciare il livido. Il dolore rimane.
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3. |
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È UN DISGELO O UN CORSO DI NUOTO?
Diamoci altri nomi, per uscire di casa. Tanto, dopo tutto questo tempo, non ci riconosce nessuno. Camminiamo storti, incliniamo le strade. Ho lasciato i rubinetti aperti, per darti un temporale estivo. Non è vero che sbaglio ora e sbaglierò sempre: è un disgelo o un corso di nuoto? Mi fossi scritto almeno due parole, per ricordare i concetti fondamentali. Mi fossi scritto almeno due parole, per ricordare. Da ricordare.
Dormi sempre o fingi solo di esser morta?
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Alluvioni
05:56
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ALLUVIONI. Tutto quello che so su come estrarre i corpi dal fango dopo le alluvioni non ci serve a niente. Non serve a prevedere i giorni di pioggia, segnarli sulle agende o a chiudere le stanze dei figli morti. Una mosca intrappolata tra due porte blindate, attratta dalla luce di una lampadina accesa. È questo che ci serve: figure, tratte da enciclopedie illustrate per controllare se davvero - come credo - somigliamo al mare in alfabeto morse dall'autostrada o piuttosto a domande che a furia di ripeterle diventano risposte a domande che a furia di ripeterle diventano risposte a domande che a furia di ripeterle diventano risposte a domande che a furia di ripeterle, che a furia di ripeterle, a furia di ripeterle.
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5. |
Cantieri
05:38
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CANTIERI. Le ultime parole saranno quelle giuste. "Guarda come trema il lampadario" e un lampadario neanche ce l'abbiamo. È pieno di cantieri, specie quando è estate. E non avremo il mare, è vero, ma vuoi mettere l'odore del catrame? Ne abbiamo fatte di cose importanti... Appeso cornici vuote ai muri e scritto frasi sbagliate all'ingresso, per ricordarci che questa non è una casa. Ci vuole un bel coraggio a rimanere soli, di questi tempi. Dove andremo, non ci saranno che strade vuote e i terremoti li sentiremo. Dove andremo, non ci saranno che terremoti.
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6. |
Una Muraglia Cinese
04:15
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UNA MURAGLIA CINESE. Volevo solo strapparmi la pelle di dosso, come fai tu. Volevo solo comprare qualcosa che fosse soltanto nostro e ho speso tutto. Comunque non molto, non preoccuparti per me. Non preoccuparti, staremo bene, ai lati opposti di una Muraglia Cinese. Finisce bene quel che finisce, la fine è un lusso. Varsavia è un autunno.
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7. |
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COME LAVARE I VESTITI PULITI. Oggi ho portato al lavasecco un soprabito grigio. Volevo fare una cosa matura, come lavare i vestiti puliti che nessuno usa da tempo. Ho speso troppo, hai detto. A saperlo, mi sarei evitato l'ennesima brutta figura e l'avrei gettato insieme al resto.
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8. |
Helvetica
03:38
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HELVETICA. Non tocchiamo niente, che "dopo si rompe". Restiamo a guardarlo morire. Per non condannare intere stagioni, bruciamo i vestiti invernali. Ho pensato spesso all'estate. O meglio, alle impronte di dita di piedi sul vetro davanti, che sono l'estate. Ai pantaloni corti, alla prospettiva della nostra vita, per una volta, in un carattere semplice ed essenziale.
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